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Approfondimento periodico su questioni di rilevanza penalistica. A proposito di: bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale e responsabilità del legale o del consulente contabile

Concorre in qualità di “extraneus” nel reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, il legale o il consulente contabile che, consapevole dei propositi distrattivi dell’imprenditore o dell’amministratore di una società in dissesto, fornisca a questi consigli o suggerimenti sui mezzi giuridici idonei a sottrarre i beni ai creditori o li assista nella conclusione dei relativi negozi, ovvero svolga un’attività diretta a garantire l’impunità o a rafforzare, con il proprio ausilio e con le proprie preventive assicurazioni, l’altrui progetto delittuoso. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto esente da censure la sentenza che aveva affermato la responsabilità dell’imputato che, quale consulente di una società, era stato l’ideatore di complesse operazioni di fusione per incorporazione finalizzate alla dismissione del patrimonio della fallita, predisponendo il contenuto degli atti negoziali e gestendo la definizione dei relativi rapporti economici). (Dichiara inammissibile, CORTE APPELLO ROMA, 28/11/2019)”

Cass. pen. Sez. V Sent., 08/02/2021, n. 18677 (rv. 281042-01).

 

Reato: artt. 216 e 223, L. Fall.  (Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267), in seguito riscritta dal D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5

Condotta illecita: Tizio, Caio, Sempronio, il primo amministratore di diritto, e dopo Agosto 2003, di fatto, il secondo socio della omonima srl fallita e di (OMISSIS) srl ed il terzo consulente della società, per il delitto di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione dei beni e delle attività aziendali realizzata tramite cessione di ramo d’azienda in favore della srl (OMISSIS), riconducibile agli stessi A., e tramite la fusione per incorporazione della (OMISSIS) srl, amministrata da A.R., nonché per bancarotta fraudolenta documentale, consistita nella sottrazione delle scritture contabili.

 

E’ interessante segnalare che la Suprema Corte ha confermato la responsabilità del consulente pur avendo egli fondato la propria difesa sulla inconsapevolezza della reale situazione debitoria verso l’Erario.

Sul punto la Corte ha evidenziato che l’argomento della estraneità di Sempronio ai disegni distrattivi dei coimputati, che implicherebbe la mancanza di consapevolezza circa la predisposta sparizione delle scritture contabili, entrava in rotta di collisione, senza, peraltro, occuparsi di confutarne le congrue argomentazioni, con l’articolata e penetrante motivazione che ha mostrato adeguatamente la qualità di vero e proprio consigliere fraudolento, essendo l’ideatore delle due operazioni negoziali distrattive incriminate, al cui pieno buon esito era funzionale la sottrazione delle scritture contabili.

 

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